Fondatore e Maestro (1923 – 2017)

“Vi risparmio la solita tiritera di dove ho studiato… in quali anni… quali sono stati i miei insegnanti… cosa ho fatto nella mia carriera… Vi dirò solo che ho passato 40 anni della mia vita alla RAI dove ho lavorato come pianista solista, arrangiatore e direttore d’orchestra nell’ambito della musica leggera. Ho perso il conto delle trasmissioni a cui ho partecipato e degli arrangiamenti che ho fatto per piccole e grandi orchestre. Vi assicuro che se avessi un centesimo per ogni nota che ho scritto sarei molto più ricco di Paperone…

La mia passionaccia per i complessi musicali ed i cori mi ha portato ad interessarmi di un’enormità di trii, quartetti, quintetti, sestetti…cori classici, cori moderni ed i Soul Singers rappresentano la mia ultima fatica. Di comune accordo con i ragazzi abbiamo deciso di dedicarci a Spirituals e Gospels in un modo un po’ pazzerello. Sono ormai 15 anni che seguiamo questa strada; in questi anni ho sempre rifiutato di presentare gli Spirituals e i Gospels nella loro veste originale: ne ho cambiato lo spirito dando importanza non tanto al cupo lamento di un popolo oppresso dalla schiavitù, quanto all’anelito di libertà ed al messaggio di speranza in un futuro migliore che traspare dai testi originali. Tutto questo mi ha permesso di dare ai brani un’impostazione più incline al sorriso che al pianto. Ho anche voluto evitare di esprimermi sia ritmicamente che armonicamente secondo lo stile americano ed ho preferito ascoltare il mio istinto incline ad arricchire le armonizzazioni ed a mutare il ritmo originale a seconda dell’ispirazione del momento.

Avendo a disposizione una banda di scatenati quali sono i Soul Singers ne è venuto fuori un Coro molto diverso da quello che il pubblico si può immaginare. E’ un coro che canta con gioia, che si diverte, che cerca il contatto col pubblico ma che sente anche il dovere sociale di aiutare chi è sofferente, chi è bisognoso, chi è emarginato.Mi sono perciò divertito a variare l’assetto classico del Coro (non più a 4 voci ma a 6) mentre per il ritmo mi sono divertito a spaziare in diversi stili (dal dixieland allo swing, al boogie woogie, al rock and roll, al rythm in blues, al jazz…fino al rap ed al sudamericano) con armonizzazioni a volte molto ricche e moderne, capaci di dare ai brani una veste completamente nuova.

La gioia del Coro è perciò dettata sia dal piacere di cantare insieme, sia dalla consapevolezza che il proprio canto servirà ad alleviare tante sofferenze.
Con questo spirito abbiamo percorso tanti anni di vita insieme e ne percorreremo molti, molti, molti ancora, sempre con lo stesso entusiasmo.”